ALESSANDRO BERGAMINI
TRAVEL PHOTOGRAPHER
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THE ICE WAY

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Il nuovo viaggio ha avuto sempre come protagonista la montagna, ma questa volta siamo sotto la catena dell’Himalaya. Il Ladakh, una regione dell’India conosciuta anche come la Terra degli Alti Passi, è un luogo di straordinaria bellezza e isolamento, soprattutto durante l’inverno.

Da ottobre a maggio, il freddo avvolge questa regione in una morsa di gelo, rendendo quasi impossibile l’accesso a molte aree. Tra queste, il monastero buddhista di Karsha è particolarmente inaccessibile, raggiungibile solo percorrendo la gola oscura e profonda in cui scorre il fiume Zanskar, completamente ghiacciato in questi mesi. Questo percorso, noto come The Ice Way, è l’unico collegamento invernale per i villaggi della Valle dello Zanskar.

Ho ideato e condotto il progetto che prende il nome dal percorso, The Ice Way, tra gennaio e febbraio 2023 nell’Himalaya indiano. Insieme a me hanno partecipato Valerio Ballotta, esperto d’arte e coordinatore del progetto, Bruno Cavani, scalatore specializzato nell’organizzazione di viaggi ad alta quota, e Austin Camilleri, artista contemporaneo di fama internazionale, oltre ad altri amici e collaboratori. Ogni membro del team ha contribuito con la propria esperienza e competenza, garantendo il successo dell’operazione.

"Dove il cielo tocca la terra"

L’intento del progetto era non solo documentare questo difficile viaggio, ma creare una connessione profonda con i portatori locali, che ogni inverno garantiscono la sopravvivenza dei villaggi isolati della Valle dello Zanskar, osservando il contesto ambientale e culturale in cui vivono e le avversità che affrontano da secoli. La fotografia, in questo contesto, svela tutta la sua potenza creativa e comunicativa come mezzo di interazione con il soggetto stesso.

Il Ladakh è caratterizzato da un paesaggio mozzafiato, con valli profonde, alte vette e fiumi impetuosi. La regione, situata a un’altitudine media di oltre 3.000 metri, è una delle più elevate del pianeta. L’inverno qui è particolarmente rigido, con temperature che possono scendere fino a -30 gradi Celsius. La neve copre ogni cosa, trasformando il territorio in un deserto bianco e rendendo ancora più ardui i già difficili collegamenti.

Da secoli, i portatori locali affrontano questo cammino sfidando il freddo intenso e l’isolamento per portare provviste essenziali ai villaggi isolati. Questi, incastonati in un angolo remoto dell’Himalaya, sono circondati da montagne altissime incappucciate di neve. La vita in queste comunità è caratterizzata da una profonda spiritualità, con il monastero di Karsha che funge da centro di vita religiosa e sociale.

In questi luoghi. Il tempo sembra essersi fermato e il silenzio è interrotto solo dal suono delle campane di preghiera che diffondono la parola del Buddha, guida spirituale per tutte le attività degli abitanti.

La documentazione della spedizione, compresa anche la lunga e meticolosa preparazione in Italia, è entrata a far parte del libro The Ice Way, che è dedicato alle meravigliose popolazioni dello Zanskar.

"la neve racconta antiche storie"

Nel libro, la narrazione si sviluppa come un diario di viaggio, cristallizzando le sensazioni delle interminabili giornate trascorse nel gelo e annotando i dettagli tecnici della spedizione. Viene descritta l’attrezzatura utilizzata e presentate le mappe morfologiche con gli itinerari programmati. Le immagini di backstage rivelano i retroscena fisicamente ed emotivamente più impegnativi di questa avventura, insieme agli aneddoti di convivialità con le persone incontrate lungo il percorso.

"Ladakh, dove il tempo sembra fermarsi."

The Ice Way non è stato semplicemente un viaggio fotografico, ma un percorso di trasformazione per ciascun protagonista di questa incredibile storia. Dal volume, curato da IKOS, Architettura della Comunicazione, e coordinato da Valerio Ballotta GBK Malta Ldt-Culture18fineart, sono state tratte una serie di fotografie per una mostra ospitata a Modena nella sede di IKOS.